sabato 4 gennaio 2014

Inizia la pastorale delle coppie gay? Il discorso di Francesco ai superiori generali



Secondo quanto si legge ne il Messaggero on line, per Francesco le coppie gay pongono nuove sfide educative. «A livello educativo, le unioni gay oggi pongono sfide nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere», ha spiegato Papa Francesco nel suo discorso ai superiori generali del 29 novembre scorso, pubblicato da Civiltà Cattolica. Ai figli di coppie gay, dice, non si deve «somministrare un vaccino contro la fede».

Quasi a conclusione del lungo colloquio con i superiori generali degli ordini religiosi, il Papa si è soffermato sul tema dell'educazione, sottolineando che essa «deve essere all'altezza delle persone che educa, deve interrogarsi su come annunciare Gesù Cristo a una generazione che cambia».

Il Papa ha anche citato la sua esperienza di Arcivescovo di Buenos Aires: «Ricordo il caso di una bambina molto triste - ha raccontato - che alla fine confidò alla maestra il motivo del suo stato d'animo: "La fidanzata di mia madre non mi vuol bene". La percentuale di ragazzi che studiano nelle scuole e che hanno i genitori separati è elevatissima. Le situazioni che viviamo oggi pongono dunque sfide nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere. Come annunciare Cristo a questi ragazzi e ragazze? Come annunciare Cristo a una generazione che cambia? Bisogna stare attenti a non somministrare ad essi un vaccino contro la fede».

Bisognerà leggere l'intero testo pubblicato da Civiltà Cattolica, ma già da queste prime battute sembra riemergere pericolosamente il ben noto problema della tensione tra fede e pastorale, alla cui soluzione dovrebbe sempre accompagnarsi il caveat a che la verità non sia travolta dai fatti. Non v'è dubbio che la Chiesa debba preoccuparsi della salvezza delle anime di coloro che senza colpa subiscono sin dalla nascita l'innaturale cattività delle solidarietà omosessuali, ma non si può accettare che questa cura pastorale passi per un seppur parziale riconoscimento di dette solidarietà. Rimane la certezza del peccato e del disordine morale di convivenze che recano in sé tutto il risentimento del "non serviam", il vero "vaccino contro la fede". Parlare di "figli di coppie omosessuali" sarebbe già porsi sul terreno dell'errore: non si conoscono in realtà figli di coppie omosessuali.  Una pastorale delle coppie omosessuali costituirebbe l'ennesima erosione della fede e del diritto naturale in nome di "una generazione che cambia".

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